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Dividono il giorno in quattro parti uguali, cominciando dalla mezza notte; ed in ogni una di esse, fuor che nel mezzo dì, da un luogo eminente della Città s’ode un dispiacevole concerto di tamburri.

Per quello che riguarda la Religione, si servono i Persiani de’ mesi lunari, de’ quali chiamano il I. Muserram; il II. Sofar; il III. Rabra al avel; il IV. Rabra al axer; il V. Gemad il avel; il VI. Gemad il axer; il VII. Regeb; l’VIII. Sciaabon; il IX. Ramazan; il X. Sciaval; l’XI. Zikade; il XII. Zilagge. Gli Astronomi però contano per mesi solari, di due maniere: della nostra, e di quella degli Egizj.

Il loro anno (detto Nurùs) comincia il giorno dell’Equinozio di Primavera. Allora vanno tutti i Grandi ad annunziarlo felice al Re, e gli mandano qualche curiosa rarità, o almeno scudi d’oro di Vinegia: ciò che denno fare i Kan assenti altresì. Costumano di più i Signori vestir di nuovo tutti i loro servidori, e schiavi; prendendo il danajo in prestanza, quando non l’hanno, per non farsi sinistro augurio per tutto quell’anno, che dee seguire: ed è così radicata negli ani-


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