Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. II.djvu/296

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262 Giro del Mondo

grosso del medesimo legno ogni uno teneva bene stretta la mano destra, per mezzo d’un legno curvo, sicchè impossibile si era poternela trar fuori. Un poco più avanti vidi una macchina per trar su l’acqua negli orti, differente assai dalle nostrali; perche là dove nelle nostre il cavallo, o mulo gira all’intorno, ivi un bove tirava una corda per dritto.

Prima di terminar questo capitolo non debbo passare in silenzio il P. Amodeo. Egli, mentre facemmo dimora a Sciras, non volle che noi spendessimo, per non offender le leggi dell’ospitalità; ma dall’altro canto era sì grande la sua parsimonia, che non solo la sua mensa non ebbe mai virtù di satollarci, ma ne amareggiava per lo più il palato coll’ingrato sapore delle vivande. I polli che rimanevano la mattina, s’apprestavano un’altra volta per la sera; e se non si mangiavano per lo dispiacevole gusto, di nuovo la mattina seguente compariva allesso a tavola, quel che il dì antecedente se ne era tolto arrostito: e così il buon Religioso, che gran Peripatetico si era, tentava dopo la forma cadaverica, introdurre infine nella non più comestibile materia la forma di paglia, per mezzo del fuoco; e


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