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128 Giro del Mondo

la favella de’ Mogoli; mi provvidi d’un ragazzo di Golconda, che oltre la sua naturale lingua, avea anche la Portughese apparata, per servermene colà d’Interprete.

Ciò fatto dipositai le mie robe nelle mani del Padre D. Ippolito Visconti Milanese, Cherico Regolare Teatino; pregandolo, che nella mia assenza si dasse cura di cambiare il mio danajo in pezze da otto, per servirmene nel ritorno al cammino della Cina: portandomi solamente il necessario per le spese del viaggio, giusta il consiglio del P. Galli; il quale mi diede contezza, ch’il tutto mi sarebbe nelle montagne tolto dagli stessi Doganieri; e che da lui, finito il danajo, si presero costoro sino all’Andora.

Il Venerdì 4. venuti l’interprete, e’l facchino ad avvisarmi, che il tutto era pronto (lasciato il mio servidore in Convento, per aver minore impaccio) mi partii; trovai però il passo di Daugì (dove avea da imbarcarmi per Pondà) impedito per ordine di Monsignor Arcivescovo; il quale governando in assenza del V. Re, avea comandato, che non si facesse passare veruno in paese d’Infedeli senza sua espressa licenza. Lasciati perciò l’inter-


prete,