Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. III.djvu/362

Da Wikisource.
316 Giro del Mondo

pura, ch’è un quarto di miglio largo sul cominciamento; dentro poi è più spazioso, benche serrato da tante Isole, che formano a’ vascelli un’intricato laberinto; da cui, chi non l’ha ancora passato, crede non possa giammai trovare scampo, vedendosi d’ogni parte circondato di terra. La seconda bocca è per la metà più stretta della prima, però non più d’un miglio lunga; e tutto il Canale dall’una all’altra bocca è d’otto miglia. Rendono più pericoloso lo stretto passo l’acque, che quivi, con molta violenza corrono avanti, e in dietro nella piena, e nella mancanza. Nel rimanente si ricrea l’occhio sul bel verde di tante Isole, d’alti, e spessi alberi adorne; senza che giammai rimangano offesi, come in Europa, dal rigore del Verno.

Lungo questo Canale, come in tante case notanti, e portatili abitano i Malay, detti Salittes. Eglino vivono dentro l’acqua, in barche coperte di stuoje, con canne tessute nel mezzo, per dormire; nè reca loro oltraggio, o la brutale solitudine, o la cattiva aria, o l’orridezza de’ vicini boschi. Ingegnosamente s’adoprano nella pescagione (donde traggono l’unico loro sostentamento) e con l’amo,


e con