Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. III.djvu/53

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Giro del Mondo 37

il nostro Pietro della Valle abbia lasciato di vedere, così questa Pagode, come il Palagio di Dario, colle antichità di Celmenar, poche leghe discoste dal suo camino; quando egli viaggiava per gusto, e spendeva così facilmente le migliaja di scudi, per soddisfare la curiosità. Io confesso il vero, che quantunque pover’uomo, non posi mente a spesa, nè a fatica, perche potessi veder tutto, e parteciparne il pubblico. Quanto al Tavernier, non è gran fatto, ch’egli non abbia curato d’esserne spettatore; imperocchè in fine il suo mestiere era di fare il giojelliere, e mercante; e per conseguente andava solamente in que’ luoghi, dove sperava dover trovare buon guadagno, ed occasione di far negozio; nè curava, per molti viaggi, che avesse fatti in India, di gir vedendo antichità, quantunque vi passasse da presso.

Voleva io andare a Tanà, e di là passare a veder la Pagode; però mi distolsero da questo pensiero il Padre Visitatore, e’l Priore, dicendomi, ch’era più comodo andar per Deins. Mi appigliai al loro parere, e presa la Domenica 13. in affitto una barca, passai nell’Aldea, o Casale di Gormandel, posto nell’Isola di


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