Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. III.djvu/71

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Del Gemelli. 55

fuori un poco di pane; mi pose innanzi un panellino di 2. oncie, colle medesime scorze dì cedr, coperte di formiche. Non lasciano cotali animalucci cosa alcuna intatta nell’Indie; ond’è, che gl’Indiani, per serbare intatto qualche vaso di dolce, lo pongono su d’una tavola, i di cui piedi siano entro scudelle di legno, piene d’acqua; acciò quivi truovino il passo impedito. In due bocconi mandai giù il pane; ma non mi diede l’animo di far lo stesso al dolce, ch’era fatto al mio credere in tempo de’ primi inventori dell’inzuccherare; onde dissi al servidore, che serbasse sì fatto avanzo delle formiche, per quando il suo padrone avesse a ricevere altro forestiere.

Il peggio si era, che non si trovava nella miserabile Aldea, che comprare, per mitigare l’accesa fame; onde tra per la debolezza cagionatami dall’antecedente fatica, e quella dell’inedia; mi posi in letto, attendendo l’ora della cena. Il Pad. Eduardo in tanto, dopo essere stato lungo tempo spensierato passeggiando, senza ricordarsi di me; se ne venne in fine verso le due ore e mezza di notte nell’oscura camera. Sentendo io fra sonno, e vigilia un calpestio; nè potendo


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