Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV.djvu/124

Da Wikisource.
100 Giro del Mondo

no due miei fanti; avendosi una buona gallina in quel viaggio per tre grani Napoletani. Ma quelle vivande Cinesi al mio gusto non eran punto grate: et io pagava l’oste senza toccarle, facendomi provvisione di presciutti, galline, anitre, et altro per li giorni di grasso.

Mercoledì 19. si continuò il viaggio per piani, ove accommiatossi a mezza giornata l’un Tartaro, rimanendo l’altro col Dottor Cinese in mia compagnia, che m’assisterono con affetto. Desinammo a mezzo dì nella Villa di Linxüaij xien. E quella ben grande, e cinta di mura; e bagnata d’un fiume navigabile, il qual le fa più lagune all’intorno; amando i Cinesi di viver nell’acque come anitre, o presso a quelle. Si passa il fiume sopra un ponte di barche: trovandosi nell’opposta riva un buon borgo. Incontrammo quel dì un Mandarino in sedia con tredici lettighe, in cui andavan le sue donne; le lettighe Cinesi son più agiate dell’Europee, andandovi dentro tre donne agiatamente; le portan le mule, e gli asini. Restammo dopo 32. miglia di strada nella picciola Villa d’Yuàn gian.

Giovedì 20. per paesi piani passato il fiume sopra un ponte di pietra, e fatte


poche