Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV.djvu/354

Da Wikisource.
328 Giro del Mondo

rio, che non finisce così di brieve; sempre facendosi gl’inchini, detti di sopra. Ne v’è punto men che contendere nell’ordinar delle sedie, (perocchè i Cinesi in ciò imitano gli Europei, nel non sedere in terra, colle gambe incrocicchiate, come nella Persia, e gran parte d’Oriente) perocchè il forestiere al padrone, il padrone la mette al forestiere: e se già sono disposte, almeno le toccano; e si osserva, che la destinata al più degno, sia in ugual distanza lungi dalle pareti. Poi, avvegnache elleno sien pulitissime, si fa sembiante di ripulirle, e torne via ogni fior di polvere, che vi fusse, col lembo della gran manica; che si raccoglie in pugno, così destramente, che il tutto è mano per aria. Se i forestieri fusser cento, tutti l’un dopo l’altro, pigliano a fare il medesimo ripulimento, tanto gradito dal padrone; con atti però d’una cotal ritrosia, come se si confondesse, per quell’eccessivo onore. Incominciasi poi fra i ricevuti la contesa di chi ha da seder prima, e chi poi; cosa lunga, ed increscevole, anche solo a descriverla. Finalmente seduti, in meno d’un quarto d’ora compaiono i servidori, colle tazzette del Cià, o erba Te: e se il ragionare va in


lun-