Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV.djvu/357

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Del Gemelli. 331


Quanto poi alle cerimonie de’ conviti, dal dì che si significa la prima volta (ciò che dee farsi alquanti giorni prima, e rinovarsi tre volte in iscritto, altrimente l’invito sarebbe nullo, e non mai accettato) sino al dì dopo fatto, in cui si mandano dall’uno all’altro scambievoli ringraziamenti: elleno son tante, ora diverse, ora le medesime replicate, che chi non ci è accostumato dalle fasce, s’eliggerebbe, per minor pena, morir di sete, che per mezzo di tanti tormenti, ubbriacarsi alla tavola d’un Cinese. Però essi l’hanno tutte per così necessarie, che una sola, che ne mancasse, non si terrebbono per Cinesi; ma barbari, e indegni di essere riveriti (quanto presumono) da tutte le nazioni del Mondo.

Dalla notte poi, destinata al convito, consumano quattro, e sei ore in discorsi, e sollazzi; toccandosi istrumenti, e rappresentandosi commedie. Ciò è tanto ordinario ne’ conviti, che vi ha Compagnie di Recitanti, le quali, eziandio non richieste, sapendo dove si cena solennemente, vengono da se stesse a far le loro rappresentazioni. Or se il convito non è fra poveri, quanti sono i convitati, tante sono le tavole, larghe un braccio, e


lun-