Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV.djvu/431

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Del Gemelli. 399

cie di Pekin, e Sciansì si gode di tutto quel bene, di che sogliono abbondare le terre del più alto Settentrione: imperocchè il Verno vi dura assai più di quello, che regolarmente comportano quaranta soli gradi di elevazion polare. Tra per la possanza del freddo, e per la condizion dell’acqua, dalla metà di Novembre il ghiaccio ne’ fiumi, e laghi divien così grosso, e duro, che regge li peso de’ cavalli, e de’ carri; nè si dilegua sino a passato Febbrajo. Così la Cina pertecipa, per quanto le torna in bene, di tutte le differenze de’ Climati, senza avere, o la barbarie dell’uno estremo, o la troppo mollezza dell’altro. Ella non è nè tutta in piano distesa, nè tutta sull’erta de’ monti, ma dove l’uno, dove l’altro; con non men vaga, che utile proporzione. Le più sono collinette amenissime, seminate da per tutto; benche vi abbia altresì in ogni Provincia i suoi apennini, e selve di preziosi alberi, per le più scelte opere d’intaglio, e per l’uso necessario alla fabbrica delle case. Il meglio però de’ monti è coltivato; perche i Cinesi, studiosissimi di agricoltura, ne spianano l’erte, e vi formano campi da seminare: nè mancano loro ingegni, e macchine facili


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