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488 Giro del Mondo

ed allegrezze; sentendosi, per tutti i tre giorni, un tedioso rumore di tamburi Cinesi, e d’altri istrumenti; non meno che di fuochi artificiosi (de’ quali si parlerà appresso). Consumasi molto danajo in polvere, e carta, tanto per porre alle Case, quanto per bruciare nelle loro Pagodi, dopo il sacrificio, ed offerta di carne, di galline corte, e frutta; che poi riportano a casa, per mangiare con Amici.

L’istessa mattina de’ 3. di buon’ora andai a vedere una gran freddura, secondo il mio genio, nell’opinione però de’ Cinesi stimata gran cosa. Uscito fuori la porta di Laucin. dalla parte d’Oriente, trovai una gran vacca di terra colorita, circondata da una infinità di Cinesi; i quali con lunghi bastoni rottala (in che consiste la solennità della festa) fecero a pugni, a chi meglio poteva avere le picciole vitelle, della stessa materia, che erano nel ventre di quella: e ciò in ricordanza d’un antico loro Imperadore, che il volgo crede, si fusse convertito in vacca; la quale non era buona, che per l’aratro. Mi dissero, che le vitelle le presentavano poi a’ Signori, per avere buone mancie.

Nel ritorno entrai a vedere due ben


gran-