Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. V.djvu/197

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Del Gemelli. 183

diceano gli antichi, che gli alberi di queste terre stillavan mele, ed altri pregiati licori.

Non si dee tacere quì dell’albero appellato Aimit. Egli si è grande assai, e tanto abbondevole d’umido, che quando i cacciatori, e gli uomini silvestri han bisogno d’acqua, l’intaccano; e in brieve ne riportano un cannuto (overo tronco di canna) pieno d’acqua limpidissima. Fa eziandio alcune frutta, appese a certi grappoli, che mature non sono affatto dispiacevoli.

Terminarei quì questo Capitolo, se la Canna d’India (overo Vexuco, come dicono gli Spagnuoli) non crescesse eziandio per mezzo gli alberi; loro avviticchiandosi, sino alla sommità, a guisa d’edera. Ella è coperta tutta di spine, quali tolte rimane liscia. Se si taglia, dà tanta acqua ben chiara, quanta basta a fare una bevuta; sicchè standone pieni i monti, giammai non vi manca acqua. Il tronco più grande di esse, serve a diversi utili, e necessarj usi; cioè per coprir mura, solaj, e tetti: la parte un poco più sottile, come ch’è molto diritta, e non si tarla, serve per arme d’asta; e di esse è fornita tutta l’Armeria Reale di


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