Pagina:Giuochi ginnastici raccolti e descritti per le scuole e il popolo.djvu/34

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10 Parte prima.

poter celebrare le glorie della parte vincitrice, si servirono di vari colori che furono il bianco, il rosso, il verde, il celeste, il dorato e il porporino, e dal colore di che essi erano vestiti prendevano il nome: de’ Bianchi, se di color bianco, de’ Rossi se di color rosso, e così successivamente 1. — Stefano Filopono in un manoscritto dedicato a Leone X, a proposito del giuoco del Calcio, così narrava: «V'è dunque in questa nobilissima e ricchissima città (di Firenze) un pomerio, a cui si dà il nome di Prato.... Quivi ogni dì, quando il sole piega a sera, si recano moltissimi giovani della nobiltà fiorentina divisi in due schiere eguali per numero, ma guernite di distintivi diversi, appiccati alle scarpe o al farsetto: là giuocano al Calcio dinanzi ad un gran numero di spettatori»2.

b) Oppure può consistere in una placca di zinco quadrilunga (cm. 10X8) ad angoli smussati, leggermente concava, tinta in rosso per un partito e in verde per l'altro, con una cifra nera nel mezzo (lunga cm. 2,5) e due fori dalle parti per potervi infilare due pezzi di nastro dello stesso colore della placca. Questa si ferma col

  1. I colorì delle Carrette e delle Fazioni Alba (bianca) Rossata o Rubea (rossa), Veneta (verdemare), e Prasina (verde chiara), simboleggiavano l'inverno, l'estate, l’autunno e la primavera. Gli altri due colori Aurata e Purpurea furono aggiunti da Domiziano.
  2. Traduzione da una lettera di Stefano Filopono a Francesco Onesti nel 1518. Presso A. M. Salvini. Discorsi Accad. XII, vol. IV. Napoli 1786.