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suore che mal sopportano la durezza del sacrifizio che impone la missione assunta e che, non avendo la forza d’animo d’abbandonare l’ordine religioso a cui appartengono, finiscono la vita nella verde età, consunte dal dolore di aver lasciato la propria famiglia e la vita men dura del mondo.

E quelle suore poi che vengono destinate all’istruzione e all’educazione delle fanciulle e delle giovanette compiendo la loro missione in conformità delle leggi dello Stato, potrebbero rendere molto efficace l’opera loro, perchè, unite in associazione, sicure dell’avvenire e non distratte dalle cure della famiglia, sono in grado di dedicar tutte sè stesse alla scuola. Esse potrebbero diventare le migliori educatrici e preparare ottime madri di famiglia, curando interamente l’educazione femminile, compresa, s’intende, l’educazione patriottica, indispensabile alla vita delle istituzioni che ci reggono e all’avvenire dell’Italia.

Avendo parlato di scuole secondarie frequentate promiscuamente da maschi e da femmine, giova dire qualche cosa della così detta coeducazione, di cui oggi si parla molto. La coeducazione, secondo me, può darsi efficacemente soltanto nelle famiglie, nelle quali si educano contemporaneamente, da secoli, i figli e le figlie con cure speciali per ciascun sesso. Nè essa può essere possibile e completa in altri luoghi d’educazione e specialmente nei convitti.

I vantaggi della coeducazione consistono principalmente nelle relazioni reciproche di simpatia e di ri-