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Il ritonw di Ferdinando III in Firenze 93

rigavan molto diritto, col Granduca, per quanto li tenesse a bacchetta come subalterni, sebbene apparentemente fossero trattati con la massima deferenza! Non per nulla gli impiegati di Corte ed i camerieri chiamavano il Granduca «il padrone.»

L’avvenimento del ritorno di Ferdinando III suscitò la gara in tutti del più smaccato zelo. Primi furono gli uffiziali «del nuovo corpo dei Dragoni toscani,» o cacciatori a cavallo i quali domandarono di far servizio come Guardie del Corpo: perciò furono intimati per mezzo del supremo comando militare, a guarnire le regie anticamere, continuando il sistema praticato dal 1791 al 1799.

Molti signori fiorentini andarono a complimentare S. A. I. e R. alla sua villa di Cafaggiolo, dove si trattenne tutto il giorno 16 di settembre predetto «per consacrarsi ad alte cure di Stato, vale a dire alla scelta dei principali ministri.» Ed i ministri prescelti furono il cavaliere Vittorio Fossombroni, «personaggio omai vantaggiosamente noto all’Europa scientifica e diplomatica,» il quale fu nominato ministro degli Affari esteri «ufficio che aveva conseguito sin dal 1796, ad intuito di Napoleone, sagace conoscitore degli uomini.» Il Fossombroni fu anche eletto segretario di Stato. Don Neri Corsini venne destinato agli Affari interni, e Leonardo Frullani alle Finanze.

Si recò a Cafaggiolo anche una deputazione della Accademia delle Belle Arti, per presentare il prospetto della grandiosa festa da essa preparata sulla Piazza di vSan Marco, supplicando il Sovrano ad accettare questa dimostrazione d’affetto e di rispetto dei componenti l’Accademia medesima. Il giorno seguente, non era appena spuntata l’aurora «che la popolazione fiorentina era in moto per aspettare il sospirato arrivo dell’amato sovrano, facendo risuonare l’aria di dolci acclamazioni di gioia.» Era un giubbilo che avrebbe intenerito le pietre!

Una gran quantità di carrozze e di persone a cavallo «per anticipare il contento di vedere la reale altezza sua nel suo