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Il ritonw di Ferdinando III in Firenze 95

Sovrano, che troncata ad ambedue la voce, le sole lacrime di tenerezza del Gonfaloniere e Priori furono l’omaggio reso in nome di tutta la città.» Cosicché «il ben inteso Gonfaloniere di Firenze.discorso» nessuno lo udì, e forse per questo tutti credettero che sarebbe stato un gran bel discorso. Il silenzio è d’oro! Anche il popolo, a detta dei cronisti, era in preda alla più grande commozione, poiché, «con unanime voce di giubbilo» festeggiò il felice ingresso del Sovrano nella «esultante sua bene amata patria!...»

Dopo il ben inteso discorso non proferito, le lacrime del Gonfaloniere, dei Priori, del Magistrato civico, ed il giubbilo del popolo, principiò a sfilare il treno consistente «in vari corrieri a cavallo uniformemente vestiti; quindi il direttore delle Poste già senatore cavaliere Pietro Salvetti, in un carrozzino a due cavalli in posta, e la banda detta dei Porti di Piazza elegantemente da sé stessi vestiti.» Dipoi seguiva un distaccamento di granatieri, la banda militare, una divisione di truppa toscana e tedesca; la muta del Real Sovrano e quella dei ciambellani, chiudendo un distaccamento di Ulani tedeschi a cavallo, perchè senza truppe straniere, pareva che le feste non fossero italiane! Il corteggio prese di via San Gallo, voltò in via degli Arazzieri: ed arrivato in piazza San Marco, fece il giro dell’anfiteatro per godere la festa data dall’Accademia di Belle Arti.

Questo anfiteatro era formato di varie gradinate «a semicircolo adornate di verzura e fiori.» Nel mezzo ergevasi una macchina trionfale ornata ai quattro lati di varie pitture in bassirilievi. Il primo rappresentava la Religione seduta su varie