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106 Firenze Vecchia

gelo Mezzeri, avvocato Giuseppe Giunti, Giuseppe Borri e Francesco Pauer, allo scopo di presentarsi «a nome di tutta la Comune» dal cittadino generale Gaultier per fargli conoscere che i corpi delle guardie, tanto a piedi che a cavallo, stati disarmati dai francesi al loro arrivo, e mandati nelle fortezze come composti di persone delle quali inutili, non se ne faceva più nulla, volesse rilasciarli nella sua piena libertà, essendo quei corpi «composti di cittadini da rendersi utili in altri servizi, alla patria ed alla cultura delle campagne» tanto più che si trattava di una truppa volontaria «senza il benché minimo ingaggio.» Incaricarono altresì il cittadino gonfaloniere di rappresentare al governo francese, che la sola Comunità di Firenze non poteva sopportare le spese dell’approvvigionamento delle truppe; e che essendo tali spese dirette «alla pubblica sicurezza universale, dovessero essere repartite sul censo di tutte le altre comunità.»

Frattanto elessero «col carattere di fornitore generale dei viveri in servizio dell’armata francese,» il cittadino Giovanni Paolini sotto la immediata dipendenza del Gonfaloniere, e «col peso di dare idonei mallevadori per l’amministrazione di tale commissione.»

Per lusingare poi i nuovi venuti, il Magistrato civico fa- cendosi onore col sol di luglio, giacché era costretto ad ob- bedire, deliberò con la massima disinvoltura, e come se lo facesse di spontanea volontà, di dare al governo francese, «che aveva stabilito il buon ordine in tutta la dominante, un riscontro di riconoscenza e di gradimento universale con quelle dimostrazioni solite praticarsi da tutte le altre nazioni costituite nello stato di libertà.» Decretarono perciò di solennizzare il dì 7 aprile di quell’anno 1799, «con una festa nazionale di giubbilo nella Piazza del Pubblico - come il Comune battezzò per proprio conto la Piazza della Signoria — con l’apposizione dell’albero della Libertà, incaricando per la buona riuscita i seguenti soggetti: Filippo Guadagni, Angiolo Mezzeri, e Giovanni Baldi col carattere di deputati,»