Vai al contenuto

Pagina:Giuseppe Conti Firenze vecchia, Firenze 1899.djvu/149

Da Wikisource.

VIII

Il granduca Ferdinando riprende i suoi usi


Udienze - La contessa d’AIbany - Pietro Leopoldo e le donne fiorentine Una lettera della d’AIbany - Viaggio del Granduca a Pisa e Livorno - Vita intima del Sovrano - Veglione alla Pergola - Etichetta di Corte - Una osservazione del generale Vettori - Festa a’ Pitti.

Una delle prime e maggiori seccature, poiché non si può dire diversamente, che ebbe a sopportare Ferdinando III appena tornato a fare il Granduca, fu quella delle udienze. Incaricati di governi, ministri esteri, magistrati, preti, soldati, vescovi, generali, le deputazioni dei teatri e della nazione ebrea di Firenze e di Livorno, nobili, negozianti, e perfino i festaioli di San Lorenzo, tutti afflissero, con la premura di ossequiarlo, il reduce sovrano.

Ma quelli che forse ci guadagnaron di più, furono i Setaioli Giuseppe Berti, Giuseppe Tanghi e Francesco Barbantini, i quali «umiliando al real sovrano diverse pezze di drapperie da parati,» ebbero la consolazione di vedere che quei drappi incontrarono tanto il gusto del Sovrano, che ne diede loro una «buona ordinazione» principal fine della domandata udienza dei tre Setaioli.

Fra le dame di gran nome ricevute da Ferdinando III vi fu la contessa d’AIbany, che nel dì 3 ottobre 18 14 ebbe l’onore di presentare al Granduca le sue congratulazioni, tale e quale come avrebbe fatto una regnante; poiché non poteva di-