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I Francesi a Firenze 5


Ma queste scuse facevano poca breccia nell’animo dei più. Si ricorse allora al ripiego dei miracoli, cominciando a parlar sul serio di fatti avvenuti ad Arezzo e in Casentino. Nell’estate del 179Ò si pensò di fare qualche cosa di simile anche a Firenze: perciò si prese a volo l’occasione che due ramoscelli di gigli selvatici fiorirono spontaneamente, alimentati dall’acqua, in un vaso presso un tabernacolo posto in via del Ciliegio, ora via degli Alfani. Indescrivibile fu la sorpresa dei bigotti, che incitati dai preti cominciarono a sbraitare- e a darsi moto, per far credere che si trattasse d’un inaudito miracolo. La via del Ciliegio si parò subito di setini, e vi si posero lumiere penzoloni, riducendola quasi una chiesa. Baciapile e pinzochere, giorno e notte stavan davanti al tabernacolo, ove era dipinto un quadro su tela rappresentante la Concezione, cantando laudi, e dicendo rosarii senza riposo. Ma siccome il mondo è sempre stato mondo, così anche allora ci fu chi profittò di quello stolto fanatismo, artificialmente eccitato da chi ne aveva interesse. Perciò la via del Ciliegio se fu sempre affollata di donnicciuole e di big’otti, lo fu anche di zerbini e di borsaioli, i quali, nella calca e al barlume, trovavano come sfogare i loro progetti a scapito del buon costume e della proprietà privata.

L’arcivescovo Martini uomo dotto, e repugnante da ogni falsità che reca sempre più danno che utile alla religione vera, incaricò il dottore Attilio Orlandini, direttore dell’Orto botanico, uomo di somma dottrina e scevro da ogni prevenzione, di emettere il suo parere sulla fioritura di quei due gigli.

E l’Orlandini nel 25 agosto 1796, dichiarò, con un parere scritto in lingua latina, che quella rifioritura dei gigli era «un caso affatto naturale e non prodigioso.» Onde, per levar lo scandalo, l’immagine di quella Concezione, alla quale dopo la fioritura dei gigli attribuirono guarigioni e miracoli che poi nessuno potè provare, fu portata in una cappella del Duomo dove a poco a poco fu quasi dimenticata, perchè non serviva più a nessuno scopo come quando era nel tabernacolo di via del Ciliegio e ne rimase soltanto la devozione