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22 Firenze vecchia


Gli sposi eran vestiti in abiti da festa secondo la nuova foggia francese, avendo all’occhiello la coccarda della repubblica; le spose avevano il vestito bianco, col velo ed una ghirlanda di fiori in testa.

La cerimonia di quei diciotto matrimoni, fatta attorno all’albero della libertà, appena che gli operai con molta fatica Attorno all’albero della libertàl’ebbero piantato, riuscì curiosissima; tutta la gente accorsa ammirò di più fra quelle spose una certa Rosiera, bellissima ragazza, che faceva l’ortolana in Borgognissanti, sulla cantonata di via de’ Fossi.

Terminata la nuovissima funzione, le spose che avevano tutte un velo e una ghirlanda di fiori in testa lasciarono andar libera a volo una colomba, che ciascuna aveva tenuta legata per le zampe con un lungo nastro tricolore, non quale emblema di perduta innocenza, perchè allora le colombe avrebbero potuto prendere il volo anche un po’ prima, ma sivvero per bandire al mondo che per la Toscana, da quel giorno incominciava, come disse Pietro Feroni «oratore del popolo» un’èra novella, e riacquistava, a male agguagliare, l’antica libertà spenta con Ferruccio a Gavinana, «ricuperando il libero reggimento dopo dugentosettanta anni.» Ci voleva una faccia tosta di quella fatta, per discorrer in quel modo, con gli stranieri in casa!

Così dunque terminò la cerimonia dell’albero e dei matrimoni consacrati attorno al medesimo da quelli sposi che afferraron l’idea della nuova libertà francese, per emanciparsi dalle opposizioni dei reciproci parenti, così alla svelta e con una pubblicità tale, che legalizzava il sacro nodo.

La sera, per coronar la festa, furono fatte luminarie per