Pagina:Giuseppe Conti Firenze vecchia, Firenze 1899.djvu/399

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Com'era Firenze 387


L’illuminazione pubblica era quello che poteva essere di più buio. I lampioni a olio col lume a riverbero messi a tempo di Pietro Leopoldo parvero da principio una esagerazione di progresso, perchè fino allora per le strade non e’ erano la notte che le fioche lampade dei tabernacoli; e quindi in tutta Firenze quattro soli lampioni, uno per quartiere, alle case dei Commissari del Buon Governo. Quando dunque venne impiantata la illuminazione a olio fino alla mezzanotte, si poteva scorgere una persona a venti passi! A quell'ora però si spengeva, e festa finita!

Ed anche per la polizia mortuaria c’era molto da ridire. I morti più distinti si sotterravano liberamente nei cimiteri delle chiese o nei cimiteri suburbani; ed il resto a Trespiano ma tutti a sterro!...

Non si creda però con questi severi rilievi fatti allo stato intemo della città, che Firenze fosse tra le peggiori; poiché, giova ripeterlo, era annoverata fra le più pulite.

Essa andava anzi a mano a mano rimodernandosi; e già alcune belle fabbriche erano state costruite sull’area di vecchie case, e si provvedeva a migliorare le più centrali e le più importanti: come si cominciava a studiare il modo di togliere molti sconci e molti inconvenienti, primo fra i quali quello della incanalatura delle acque dei tetti, la costruzione di un pubblico ammazzatoio in Piazza dell’Uccello, ed un miglior sistema di illuminazione. Tutte cose che vennero dopo del tempo, ma che pure vennero.

Fra i nuovi edifizi di cui intanto era stata arricchita la città, il primo fu il Palazzo Borghese, detto poi il Casino di Firenze, costruito da Don Cammillo Borghese sulla fine del 1821. La storia di quel superbo palazzo si riassume brevemente.

Nella circostanza delle nozze del granduca Ferdinando III con la principessa Maria Ferdinanda di Sassonia, avvenute