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Pagina:Giuseppe Sordini Il duomo di Spoleto.djvu/31

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il duomo di spoleto 25


te, sicut descendit in casalini, qui Adelpertus modo tenet, et Iohannes presbyter et venit in ipso muro de ecclesia episcopii qui est primo lato cum ecclesia S. AngeliÉ bene avvertire che trattasi del terreno a levante della chiesa, i confini del quale sono ancora, in gran parte, quelli del Decreto e, non solo i confini, ma la proprietà stessa è tuttavia, dopo tanti secoli, per un piccolo tratto, della Canonica del Duomo1. Anche qui, il fianco della chiesa e il muro della primitiva cinta urbana, determinano un angolo così certo che non è ancora variato, nella cui apertura si stende, in pjaia (in piaggia, sulla costa), il terreno assegnato da quella parte ai Canonici.


    Rocca, vedesi segnato un piccolo edificio quadrilungo, diviso in due stanze, una delle quali maggiore dell’altra. È questa la pianta ordinaria di antichissime chiese, e il vederla segnata presso le mura di un castello, cui certamente preesisteva, e il vederla conservata dopo l’edificazione di questo, ne fa supporre che quivi appunto sorgesse la ecclesia S. Eliae ricordata da Andrea: e il luogo, in alto e di fronte al fianco della chiesa, ben risponderebbe alla indicazione del Vescovo.
    Se la nostra induzione avesse valore, sarebbe questa la chiesa di S. Elia presso cui nel 1214 avrebbe avuto principio, secondo alcuni, un convento di frati minori in Spoleto, ai quali fu concessa poi (1226) anche la chiesa che venne, in seguito, sostituita da quella monumentale di S. Simone, oggi soppressa.
    Dentro il circuito della Rocca, erano, in tempi più tardi, una chiesa e una cappella dedicate a S. Elia. In un volume ms. intitolato: Informationes Ecclesiae Cathedralis Spoleti, che si conserva nella Cancelleria Arcivescovile di Spoleto, sotto la data 29 agosto 1690, si legge: Dentro li confini della Parrocchia (di S. Maria) vi è la chiesa della Madonna dell’Orto, oltre la Chiesa e la Cappella che sono dentro la Rocca (c. 24 v.): E nella pianta prospettica di Spoleto, disegnata da Giovanni Parenzi e pubblicata dal fratello suo Francesco il 1. Dicembre 1613, innanzi all’antica porta della Rocca, che guarda a sud, si vede una chiesuola con campaniletto, certamente la chiesa o la cappella dedicate a S. Elia.
    E in un libro, di mano del Serafini, vero zibaldone di notizie storiche spoletine abbiamo letto che: Ecclesia S. Eliae in Arce Spoleti aedificata fuit a Marino Tomacello Neapolitano Anno Domini 1400, vel infra. E aggiunge che la tribuna di quella chiesa era stata dipinta dallo stesso pittore che aveva decorata con affreschi tutta la Cattedrale spoletina nel 1904. — Il pittore cui accenna il Serafini è un certo Bartolo spoletino che ebbe grande fama ai suoi tempi e dovette essere valentissimo, ma del quale ci resta appena il nome!

  1. Appartiene al Priore del Duomo il tratto che dall’angolo della Cappella Eroli va fino alla casa Luparini. La parte superiore, dal fianco cioè della chiesa al