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il duomo di spoleto 33


certamente sono dessi, queste Bolle. Eppure, nè Giovanni XXII, nè Bonifacio IX, di ciò fanno il cenno più lontano. Silenzio, questo, eloquentissimo e che, posto a raffronto, in specie, con la Bolla di Alessandro II del 16 Gennaio 1069, in cui viene esplicitamente la chiesa di S. Maria chiamata madre (in matrice ecclesia) come abbiamo visto di già, ne pare debba disperdere anche l’ombra di una dubitazione qualsiasi, se fosse ancora rimasta.

Non si parli più, dunque, del Duomo di Spoleto come di chiesa di S. Primiano, di Cappella Basilica Ducale; di ricostruzione e di dedicazione alla Vergine per opera del Vescovo Andrea; non di S. Pietro Cattedrale; non del trasferimento di questa dignità da S. Pietro alla chiesa di S. Maria. La luce che si diffonde dai documenti è tale, da aver fugate per sempre, vogliamo crederlo, le tenebre che fin quì si distesero sopra un punto storico di tanta importanza per le origini di una delle principali chiese d’Italia, della chiesa spoletina, da cui, è tradizione antica e tenace, il cristianesimo avrebbe, nei primi tempi, irradiato su tutta l’Umbria.

Giuseppe Sordini