Pagina:Gli amori pastorali di Dafni e Cloe.djvu/53

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entrasse una mia capra, nè che rodesse pure una vite; ma eglino sì che sono mali cacciatori, ed i lor cani malissimo avvezzi: perciocchè, abbaiando, e sbrancandomi tutta la greggia, me l’hanno perseguitata dalla collina per tutto il piano sino al mare, come se fussero lupi. Oh! gli hanno rosa la ritortola. - E come avevano a fare se nella rena, dove l’avevano cacciata, non era nè erba, nè timo, nè corbezzoli, nè altro di che si pascessero? - Il legno è perito - Questo è opera della tempesta più che delle mie capre - Ci avevano su di molte vesti, e di molti danari - E chi crederebbe, altri che uno sciocco, o uno smemorato, che un legno, dove sì ricco carico fosse, avesse per gomina un vinciglio? Così dicendo, e lagrimando, mosse tutta la turba de’ villani a compassione; e Fileta giudice, giurando prima la divinità di Pane, e di tutte le ninfe, sentenziò, che nè Dafni, nè le sue capre in questo caso ingiuriati gli avevano; ma solamente il vento e ’l mare, di cui ad altri giudici si spettava di giudicare. Non s’acquetarono i Metinnesi alla sentenza di Fileta; per che di nuovo, mossi dall’ira, assalirono il giovinetto; e cercando di legarlo, e di menarlo, i villani non potendo più tanta loro insolenza sofferire, armati altri di pali, altri di frombole ed altri di altri villeschi istrumenti, furono lor sopra tutti in un tempo a guisa di storni, o di mulacchie; ed azzuffandosi con essi, primamente trassero lor Dafni dalle mani, che di già combatteva anch’egli coraggiosamente; dipoi tutti insieme facendo testa, a colpi di buone legnate, e di gran petrate, tutti in rotta e in fuga li misero; e seguitandoli, non prima si arrestarono, che oltre a’ monti gli ebbero in altri campi cacciati. Mentre che eglino a’ Metinnesi danno la caccia, la Cloe pianamente condotto il suo Dafni alla grotta delle ninfe, e lavatagli la faccia, che per le molte percosse era tutta livida, e sanguinosa, si trasse dalla tasca del cacio, e della ricotta salata, e dandogli a mangiare, poichè col cibo l’ebbe alquanto confortato, con saporitissimi baci, ed altre dolcissime accoglienze tutto lo riebbe: e questa fu la seconda sciagura del povero Dafni. Ma la faccenda dei