Pagina:Gli epigrammi le satire, il Misogallo di Vittorio Alfieri (1903).djvu/20

Da Wikisource.
12 vittorio alfieri


Il Tragico a tai detti impallidì:
Onde sua Dottorezza impietosì,
E la sentenza moderò così.
Ecco, che accade a chi non crede in me...
Pur, se l’autore affiderassi a me,
E lascerà purgar lo stil da me,
Quelle tragedie sue parran di me:
Ed (io il dico) avran vita quanto me.


XXXV.

Pisa, 29 aprile 1785.

Sono il Moschi e il Gramosi una pariglia,
Che d’inchiostro in Venezia a stento campa.
Ciò che il primier dal gran cervello figlia,
Tosto il secondo in carta-straccia stampa.
Se del proprio non v’è, l’altrui si piglia,
E si lacera, insudicia e ristampa.
Dell’onesto guadagno a mezzo fanno:
Dell’infamia i due terzi al Moschi vanno.

XXXVI.

Siena, 15 agosto 1785.

Sia pace ai frati,
Purchè sfratati:
E pace ai preti,
Ma pochi e queti:
Cardinalume
Non tolga lume:
Il maggior prete
Torni alla rete:
Leggi, e non re;
L’Italia c’è.