Pagina:Gli ordini di cavalcare.djvu/12

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8 LIBRO

dopo, i Peletronij Lapithi, trovassero i freni e i giri, et in ultimo fussero di Tessaglia i primi che nella guerra usassero i cavalli, (giuditio veramente non men utile che divino) perche non si può dire, ne viver abbondante, ne festa compita, ne gioco valoroso, ne battaglia grande ov’essi non siano, & à qualche grado, & à qual profession’humana, di lettere, di Arme, & di religioni, non furono, & saranno necessarij, valor sopr’ogni possanza, & segno sopr’ogni segno di honore, qual mai sarà più cosa mirabile, certo non che i nobili, mà gli huomini bassi con le loro forze si fanno alti & illustri: Chi non dirà che ogni Prencipe meritamente si tien glorioso à chiamarsi Cavaliero, nome che nasce da quest’animal reale, del quale volendo distintamente parlare non si può, perche à rispetto de sua grandezza la lingua non se ne potrebbe raggionar tanto ch’el suo dir non fusse nulla, onde astretto da necessità, lascerò sopra di ciò tanti discorsi.

Dirò dunque primieramente che la qualità del cavallo depende da i quattro elementi, et con quello elemento del quale più partecipa si conforma. Se prende più della terra, che de gl’altri, sarà melancolico Terragnuolo, gravoso, & vile, & suol’essere di pelo morello, ò veramente cervato, ammelato, & soricigno, & di simili variati colori. Et se più dell’acqua sarà flemmatico, tardo, & molle: & sul’essere bianco. Et se più dell’aere, sarà sanguigno, allegro, agile, & di temperato moto, & suol’essere Baio. Et se prende più