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capitolo vii - la signora tuttavia. 269

andare innanzi a fare tutto quello che sarà necessario... Purché la cosa non si risappia a Milano...»

«Che diavolo di paura vi nasce ora,» interruppe il Conte.

«Caro cugino, la cosa non è finita: costei la voglio ...»1

«Va bene.»

«E non so dove bisognerà andare a cercarla, e che passi bisognerà fare ... »

«E bene, a Milano hanno altro da pensare che a questi pettegolezzi. C’è la carestia, c’è il passaggio delle truppe, c’è mille diavoli. E poi quand’anche se ne parlasse a Milano, sarebbe la prima che avremmo spuntata?»

«Va bene, ma quel frate, quel frate, vedete, chi sa quali protezioni potrà2 avere; e vi assicuro che non istarà quieto finché3 ... Quel frate è il mio demonio, e ...4 non posso farlo ammazzare.»

«Il frate lo piglio sotto alla mia protezione » rispose sorridendo il Conte Attilio. «Non pensate a lui: me ne incarico io.»

«Eh se sapeste!...»

«Via, via, che ora non saprò fare stare un cappuccino. Vi dico che, se avete in me la più picciola fede, non prendiate pensiero di lui, che non ve ne potrà dare.5 Domani a sera sono a Milano; e dopo due o tre giorni udrete novelle del frate.»

«Non mi state a fare un guajo, che mi ponga in maggiore impiccio....»

«Quando vi dico di fidarvi di me, fidatevi; ma se volete, vi dirò prima il modo semplicissimo che ho pensato per torvelo d’attorno: modo tanto semplice che l’avreste immaginato anche voi, se non foste un po’ conturbato.»

Infatti Don Rodrigo6 combattuto, trainato da sentimenti diversi, e tutti rei, tutti vili, tutti faticosi, 7 era un oggetto di pietà senza stima agli occhi stessi del Griso e del Conte Attilio, e avrebbe eccitata 8 orrore e stomaco nell’animo di chiunque gli avesse meno somigliato che quei due signori.

  1. e non so fin dove bisognerà
  2. ottenere
  3. non
  4. farlo ammazza
  5. Io par
  6. sbattuto
  7. presentiva
  8. Sic; ma spiegabile con la cancellatura una indegnazione [di sprezzo] nauseabonda