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la frusta teatrale | 113 |
-legante del decadente, la melanconica vivacità, l’umorismo fine leggermente pensoso1.
Ora sino a qual punto queste doti sono creazione estetica originale e in quale misura invece scaturiscono semplicemente da una pratica abilità, da una innata leggerezza superficiale, che non avrebbe niente a che fare con l’arte, come non hanno niente a che fare con il comico le qualità fisiche de L’homme qui rit?
Non è dubbio che il Falconi agisca di frequente sul pubblico con mezzi e qualità che si devono riportare senz’altro alla seconda alternativa: le sue interpretazioni più applaudite: Vi amo e sarete mia, La sigrorina mia madre son notevoli (specialmente la prima) soltanto per un brio esterno e per una eleganza di tradizionale innamorato: e a questa stessa categoria di interpretazioni si devono ricollegare i tipi che egli disegna (ma che restano sempre un unico tipo) ne La maschera e il volto, ne La scala di seta, ne La ruota, in Marcella, ne L’infedele, ecc.
Non vede al di là del tipo, non precisa, non anima, e invece meccanizza, isterilisce: nè il pigro Falconi può sostituire la deficiente elaborazione con qualche nuovo prodigio di sensibilità, se la sua sensibilità è nulla più che piccolo borghese.
Tuttavia di certe innate qualità di vivace bravura fanno prova, a tacere d’altro, i suoi studi del Fallstaf e dell’Assalto Invero egli ha rappresentato Le gaie spose di Windsor con dignità e precisione; nobile sforzo se pensiamo che Fallstaf, scroccone gaudente, montagna di car-
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- ↑ Qualità che appaiono anche in Falconi autore nella Canzone di Rolando: ma corrotte e meccanicizzate nella vecchia aridezza del convenzionalismo romantico.