Pagina:Goethe - Principii di filosofia zoologica e anatomia comparata.djvu/56

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52 Biblioteca scientifica

ora di queste parti; vogliamo invece chiamar l’attenzione sopra una legge più elevata della organizzazione che formoliamo nel modo seguente:

Ogni essere vivente non è una unità, ma una pluralità; anche quando esso ci appare nella forma di un individuo, esso è una riunione di esseri che vivono ed esistono per se stessi, identici in fondo, ma che in apparenza possono essere identici o somiglianti, differenti o dissomiglianti. Talora questi esseri sono riuniti fin dalla origine, altra volta s’incontrano e si riuniscono; si separano, si ricercano, e determinano per tal modo una riproduzione nel medesimo tempo infinita e svariata.

Quanto più il vivente è imperfetto, tanto più le parti sono somiglianti, e riproducono l’immaginazione del tutto. Quanto più il vivente diventa perfetto, tanto più le parti sono dissomiglianti. Nel primo caso, il tutto somiglia alla parte; nel secondo, segue l’opposto; quando le parti sono somiglianti, tanto meno sono subordinate le une alle altre: la subordinazione degli organi indica una creatura di un ordine elevato.

Siccome le massime generali hanno sempre qualche oscurità per chi non sa spiegarle subito con esempi, daremo qui qualche esempio, perchè tutto questo nostro lavoro non intende ad altro che allo svolgimento di queste idee e di alcune altre ancora.

Nessuno vorrà negare che un’erba e anche un albero che si presentano a noi come individui, non si compongano di parti che si somigliano fra loro e somigliano al tutto. Son molte le piante che si possono propagare per talee. La gemma nell’ultima varietà di un albero fruttifero mette un ramo che porta un certo numero di gemme identiche, la propagazione per seme si fa nello stesso modo; essa è lo sviluppo di un numero infinito di individui somiglianti, usciti dal seno della medesima pianta.