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Pagina:Goethe - Principii di filosofia zoologica e anatomia comparata.djvu/67

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Filosofia zoologica 63

spiccati ma invariabilmente limitati dei generi e delle specie.

Considerando gli animali superiori chiamati mammiferi colla conoscenza di un tipo, anche solamente sbozzato, si trova che la natura è circoscritta nella sua potenza creatrice, sebbene le varietà delle forme vadano all’infinito, a motivo del grande numero delle parti e del grandissimo loro modificarsi.

Se noi esaminiamo attentamente un animale, scorgeremo che la diversità delle forme che lo caratterizza proviene unicamente da ciò che una delle sue parti si fa predominante sull’altre.

Così, nella giraffa, il collo e le estremità sono favoreggiate alle spese del corpo, mentre nella talpa la cosa va oppostamente. Dunque esiste una legge in virtù della quale una parte non potrebbe aumentare di volume che alle spese di una altra parte, e viceversa. Questi sono i confini entro i quali la forza plastica si esercita nel modo il più bizzarro e il più arbitrario senza poterli mai oltrepassare; la forza plastica regna sovranamente entro questi confini, che sono poco estesi, ma sono sufficienti al suo sviluppo. Il totale generale del bilancio della natura è fisso; ma essa è libera di spenderne le somme parziali in quel modo che meglio le piace. La natura, quando vuol spendere da una parte, deve far economia dall’altra, e perciò non può mai indebitarsi nè far fallimento.

Adoperando questo filo conduttore, cerchiamo di guidarci nel labirinto dell’organizzazione animale, e vedremo che ci condurrà fino agli esseri organizzati i piú amorfi. Applichiamolo prima alla forma, in via di saggio, per valercene più tardi nello studio delle funzioni.

L’animale, preso isolatamente, è ai nostri occhi un piccolo mondo, il quale esiste da se stesso e per se stesso.