Pagina:Goethe - Ricordi di viaggio in Italia nel 1786-87.djvu/257

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molto. I primi passi sono fatti, ed ora egli si compiace di questa vita attiva, laboriosa, la quale giova allo sviluppo di un talento, a cui egli stesso non prestava guari fede. Non si tratta più per lui che di perseverare, dacchè per certo non gli fanno difetto nè la precisione, nè l’abilità. Prima di accingersi a disegnare, egli non trascura mai di tracciare sulla carta un rettangolo, a modo di cornice; di temperare accuratamente i migliori lapis inglesi che abbia potuto trovare, di ritoccarli di continuo, provando in questi accessori quasi altrettanto piacere che nel disegnare; ma vuolsi pur dire, che suoi disegni corrispondano, a tutto quello che si possa desiderare.

Abbiamo stabiliti fra noi i patti seguenti. D’oggi in poi faremo vita, e viaggeremo assieme, senza ch’egli abbia a pensare ad altro, fuorchè a disegnare; siccome ha fatto in questi giorni. Tutti i disegni rimarranno mia proprietà, ed affinchè dopo il nostro ritorno egli abbia pure un certo profitto ed una spinta a lavorare, dovrà dipingere per una somma prestabilita per me, un certo numero dei disegni eseguiti, e questi a mia scelta; intanto si vedrà quale sia la sua perizia, la sua attitudine, nel prendere le viste dal punto migliore. Io sono soddisfattissimo di queste intelligenze passate fra noi, e ciò premesso, voglio darvi conto in breve della nostra gita.

Seduti entrambi in un legno leggerissimo, a due ruote, guidando noi a perfetta vicenda il cavallo, con un bravo ragazzo che ci stava alle spalle, correvamo a traverso quella contrada stupenda, che Kniep stava ammirando coll’occhio intelligente del paesista. Intanto arrivammo al piede dei monti, che colle loro roccie e colle loro selve bellissime si succedevano agli uni agli altri al nostro sguardo, mentre percorrevamo la strada piana e liscia. Giunti in vicinanza alla Cava, dove sorgeva davanti ai nostri occhi un monte bellissimo, che si profilava sull’azzurro del cielo, Kniep non si potè trattenere dal prenderne uno schizzo, il quale riuscì stupendamente; e ce ne rallegrammo entrambi, quasi di felice presagio del patto che avevamo stretto assieme.