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piante di un gruppo di quei cardi selvatici, e portasela fra le dita, mangiarla con vero gusto. E la durarono buona pezza, mentre ci riconfortammo con ottimo pane, e con vino, il quale questa volta non era mescolato. Il nostro vetturino ci preparò di quelle punte di cardi, e volle che le assaggiassimo, assicurandoci essere cibo saporito, rinfrescante, ma per dir vero non ci andarono guari più a genio, delle rape crude di Segesta.


Per istrada il 30 aprile.

Pervenuti nella valle dove svolge suoi meandri il fiume S. Paolo, trovammo la terra di colore rossiccio cupo, con calce decomposta; quella valletta con piani abbastanza vasti, in buona parte incolti, percorsa da quel piccolo fiume, è piacevolissima. Il terreno vegetale omogeneo, vi raggiunge la profondità perfino di venti piedi. Gli aloe vi crescono benissimo; i loro frutti sono belli, inferiori però a quelli che si vedono nella parte meridionale dell’isola. Si scorgono quà e là alcune casipole, ma da Castrogiovanni in poi, non abbiamo trovato più un albero. Sulle sponde del fiume si scorgono molti pascoli, ai quali contrastano, qui pure, il campo i cardi selvatici. Nelle acque del fiume poi osservai frammenti di quarz, in parte semplici, in parte a forma di breccie.

Arrivammo a Molimenti, paesello totalmente nuovo, in bella posizione, sulle rive del fiumicello S. Paolo. I grani vi erano di una bellezza meravigliosa, e per il 20 di maggio dovranno essere maturi al taglio. In tutta quanta la contrada non ho osservato traccia di natura volcanica, e neanco nelle acque del fiume non ho visto sassi, i quali possano ripetere quella origine. La terra vi è fertile, pesante piuttosto che leggiera, e di una tinta fra il violaceo ed il colore di caffè. Tutti i monti a sinistra del fiume sono di natura calcare, con mescolanza di ciottoli e sabbie; ma non mi fu possibile osservarli con attenzione, im-