Pagina:Goethe - Ricordi di viaggio in Italia nel 1786-87.djvu/370

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ogni scoglio. Il cielo era sereno affatto, totalmente sgombro di nubi; non regnava il menomo soffio di vento, ed il mare era immobile, tranquillo quale uno specchio. Eravamo incantati da quello spettacolo; unicamente si rammaricava Kniep che tutta l’arte non valesse a riprodurre quella magia di tinte, e chè nè la mano la più esperta, nè le matite inglesi le più sopraffine, non fossero capaci di riprodurre quella purezza di linee. Io per contro, persuaso che abile artista quale egli è, sarebbe riuscito fuor di dubbio a tracciare uno schizzo di quella vista, il quale in avvenire mi sarebbe stato di grato ricordo di questa giornata, lo incoraggivo a volere, ancora per questa volta, mettere mano all’opera. Egli finì per lasciarsi persuadere, e tracciò un disegno che più tardi colorì, e che varrebbe a provare nulla essere impossibile alla pittura. Capri sorgeva allora oscuro e cupo davanti ai nostri occhi, allorquando, tutto ad un tratto, s’illuminarono le nuvole di fumo le quali soprastavano al Vesuvio, tingendo successivamente ampio spazio di cielo in rosso.

Rapiti quasi in incanto da quella scena meravigliosa, non avevamo badato che andavamo incontro ad un grave pericolo; se non che l’agitazione sorta fra i passeggieri, non ci consentì l’ignorarlo più a lungo. Dessi, più esperti che noi del mare, muovevano aspri rimproveri al capitano ed al pilota, per avere non solo fallita la via, ma ancora esposte a grave disastro persone, merci, tutto quanto in una parola si trovava a bordo. Cercammo allora d’informarci della causa di tutta quella grande inquietudine, imperocchè non riuscivamo davvero a comprendere quale pericolo mai ci potesse soprastare, con un tempo così bello, con un mare così tranquillo. Se non che, questa tranquillità di tempo, questa mancanza totale di vento, erano quelle appunto le quali preoccupavano tutte quelle persone; dicevano che ci trovavamo già nella corrente la quale muove verso l’isola, e porta le navi irresistibilmente ed insensibilmente contro gli scogli che scendono a picco in mare, dove non havvi il menomo seno, la me-