Pagina:Goethe - Ricordi di viaggio in Italia nel 1786-87.djvu/379

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udito da cento altre persone, ed il vostro libro avrà fatta forse sopra altri impressione più viva ancora che su di me; tutte le volte però che io penso al complesso di doti che si richiedono a dettare un libro di quella fatta, non posso a meno di provarne meraviglia.»

Volevo rispondere poche parole per ringraziarlo, se non chè egli m’interruppe, dicendo: «Non posso trattenermi più a lungo; il mio desiderio di dirvi queste poche parole è soddisfatto; state bene, e possiate essere felice!» e senz’aggiungere altro, scese precipitosamente le scale. Stetti alcun poco riflettendo a quelle poche parole, finalmente suonai il campanello. La signora udì con piacere che io avessi incontrato l’Inglese, e mi narrò vari particolari curiosi intorno a quell’uomo strano.


Napoli, venerdì 25 maggio 1787.

Non vedrò più questa volta la mia principessina ricciuta; ella è propriamente andata a Sorrento, e prima di partire mi ha fatto l’onore di lanciare qualche frizzo al mio indirizzo, per avere data la preferenza alla sassosa e deserta Sicilia, sulla sua compagnia. Alcuni amici mi hanno date informazioni su quella creaturina singolare. Nata di famiglia distinta, però poco agiata, Venne educata in un monastero, poi si decise a sposare un principe vecchio ma ricco, e fu tanto più agevole cosa il persuaderla a fare quel passo, inquantochè sortì dessa dalla natura cuore buono bensì, ma poco capace di provare amore. In questa sua nuova famiglia ricca, ma di relazioni troppo ristrette, cercò aiutarsi col suo spirito, dando almeno libero corso alla sua lingua, dacchè non poteva guari godere altra libertà. Mi si assicurò che la sua condotta era propriamente irreprensibile, e che pareva si fosse prefissa colla libertà della sua parola di fare rimprovero agli altri per le loro relazioni men regolari. Si diceva scherzando, che se i suoi discorsi fossero stati scritti, nessuna cen-