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210 | werther. |
sotto il sole. Ma che! quando altri uomini, vestiti d’un micolino di forza e di talento, mi passano pomposamente innanzi, nella placidissima compiacenza di sè stessi, io dispererei delle mie facoltà, delle non tristi doti ch’io pur posseggo? — O buon Dio! tu che m’hai compartito queste cose, perchè non tenerti la metà del dono, ed assegnarmi, in quella vece, la potenza della fede in me stesso, e la virtù della sobrietà nei desidèri del cuore?
Hai ragione, amico: pazienza — e la luce ricomparirà sull’orizzonte. Da che mi mescolo tra la gente, e veggo, dì per dì, quel che fanno, e come tutti s’affaccendino nel buio, e si destreggino nelle congiunture a voltar di bordo, mi sono mezzo riconciliato con