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terzo giorno, tornando in sè, prese a scrutare ogni cantuccio della sua stanza; ma tentava invano ri raccozzare i ricordi. La memoria gli era diventata come la borsa di un vecchio avaro, dalla quale non si può trarre neppure il becco d’un quattrino. Stirandosi un poco, intese suonarsi qualcosa ai piedi. Guardò e vide due sacchetti pieni d’oro. Allora soltanto ricordò vagamente che cercava un tesoro e aveva avuto, così solo, una gran paura nella foresta... Ma, a qual costo, come mai aveva potuto procurarsi quel tesoro? no, non riesciva a raccapezzare, non c’era verso...

Quando Korze vide i sacchetti, s’intenerì; fu tutto un dire: «Oè, Piero di qui, oè, Pierino di là. Guardatelo il moretto! Forse io non gli volevo bene? Non è qui a casa mia, come un figliuolo?»

E il vecchio rafano si mise a contargliene tante, e tante a contargliene in ogni tono, che il giovinotto ne fu commosso fino alle lacrime.

Di questi giorni Pidorka gli confidò come zingari di passaggio avessero rapito Ivas; ma Piero non ricordava più nulla, tanto l’infernale diavoleria l’aveva stordito. Non v’era tempo da perdere. Misero bellamente alla porta il polacco, e cominciarono a por mano ai preparativi del matrimonio. Fecero cuocere degli siska1; cucirono asciugamani trapunti e fazzoletti; salirono dalla cantina un barile di birra, un altro di acquavite; fecero porre a mensa i giovani sposi; fu tagliato il pane delle nozze; risonaron bandure, cimbali, pifferi e koobze.

Non si possono paragonare i vecchi sponsali cogli sponsali di oggi. Quando la zia di mio nonno si metteva a raccontarveli... via, non vi dico che questo... Prima parlava delle ragazze, e come eran riccamente adorne in capo di nastri gialli, azzurri, rosei, e un po’ per tutta la persona, e coi nastri ci annodavan passamani dorati; e avevan camicie di tela finissime ricamate e orlate nelle cuciture in seta rossa e sparse di stelline di argento; calzavan stivali di marocchino con alti talloni ferrati, strisciavan e facevan la coda come pavonesse, o chiassose come temporali, saltavan per le stanze. Diceva poi di altre ragazze, imparruccate d’un korablik2, la cui vetta era in broccato d’oro, con

  1. Panini da nozze.
  2. Antica acconciatura ukraina.