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Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/193

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TARAS BUL'BA

mancare nelle file; ma i Ljachi sentirono che le palle volavano troppo fitte e la mischia era troppo accesa; e quando indietreggiarono per appartarsi dal fumo, e si guardarono intorno, videro che molti dei loro non si trovavano piú nelle file; mentre fra i cosacchi i morti erano due o tre forse per ogni centuria. E seguitavano tuttavia i cosacchi a sparare dagli archibugi senza fare un minuto di sosta. Lo stesso ingegnere straniero fu preso d’ammirazione per una tale tattica non mai veduta, e disse subito in faccia a tutti:

— Che bravi giovani questi Saporogini! Ecco come devon battersi anche gli altri in difesa di altri paesi!

E diede il consiglio di puntare immediatamente i cannoni contro il tàbor. Mugghiarono gravemente dalle larghe fauci di bronzo i cannoni; tremò rombando lontano la terra, e due volte piú grande si stese il fumo su tutto il campo. Si sentí l’odore della polvere per le strade e per le piazze delle città vicine e lontane. Ma i tiratori presero la mira troppo alta; e troppo alto fu l’arco che le palle infocate descrissero: fischiando orrendamente nell’aria passarono sopra le teste di tutto il tàbor, e andaron lontano ad affondarsi nel suolo, strappando e lanciando in aria a grande altezza nu-


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