Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/293

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PICCOLO MONDO ANTICO

di parlare e niente altro. Il cane non è pulito, il cane sporca tutto, il cane addenta tutto, ma il gatto è una creatura tranquilla, non fa male a nessuno.

Del resto, Attanasio Ivanovic era indifferente a tutto: tanto ai cani quanto ai gatti; diceva cosí solo per celiare un po’ alle spalle di Pulcheria Ivanovna.

Proprio accosto al giardino si trovava un gran bosco, che era stato interamente risparmiato dall’intraprendente fattore, forse perché il rumore dei colpi di scure sarebbe giunto fino alle orecchie di Pulcheria Ivanovna. Era deserto e abbandonato: i vecchi tronchi erano coperti da folti rami di nocciuolo e somigliavano a lanose zampe dî piccione. In quel bosco abitavano dei gatti selvatici. I gatti selvatici dei boschi non si debbono confondere con quelle bestie ardite che corrono sui tetti delle case; trovandosi in città, questi, pur con i loro rozzi costumi, sono molto piú inciviliti degli abitatori dei boschi. Questi, al contrario, formano per lo piú una razza sinistra e feroce; sono sempre secchi e magri, e miagolano con una voce aspra, non modulata. Talora si scavano un passaggio sotterraneo fino ai granai, e lí rubano il lardo; fanno perfino qualche apparizione nella cucina; saltando all’improvviso dalla fine-


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