Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/299

Da Wikisource.

PICCOLO MONDO ANTICO

quale aveva percorso il cammino della vita, e che essa lasciava orfano e privo di assistenza. Con incredibile prontezza ella preparò tutto in maniera che dopo la sua morte Attanasio Ivanovic non dovesse sentire la sua assenza. La sua convinzione circa la sua prossima fine era cosí forte, e l’anima sua era cosí disposta in quel senso, che realmente, entro pochi giorni si mise a letto e non poté piú prendere alcun cibo. Attanasio Ivanovic era divenuto tutto attenzione, e non si scostò mai dal suo capezzale.

— Forse vorreste gustare qualche cosa, Pulcheria Ivanovna? — diceva guardandola negli occhi con inquietudine. Ma Pulcheria Ivanovna non diceva niente. Infine, dopo un lungo silenzio, parve che volesse dire qualche cosa, mosse un poco le labbra... ed esalò l’ultimo respiro.

Attanasio Ivanovic ne rimase annientato. Il colpo gli parve cosí crudele, che non poté neppure piangere; con gli occhi torbidi, la guardava come se non capisse di avere dinanzi a sé un cadavere.

Deposero la morta sulla tavola, la vestirono con quell’abito preciso che lei stessa aveva indicato, le misero le braccia incrociate sul petto, le diedero in mano una candeletta di cera... egli guardava tutto questo senza dar segno di vita. Una moltitudine di gente d’ogni ceto riem-


297