Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/316

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GOGOL

gli tiene le chiavi dei granai e delle cantine; però del gran cofano che si trova nella sua camera e del granaio centrale tiene egli stesso le chiavi, Ivan Ivanovic, e non ha piacere di lasciarvi entrare nessuno. Gapka è una ragazza robusta, porta il grembiule, e ha freschi i polpacci e le guance.

E che uomo devoto è Ivan Ivanovic! Ogni domenica, indossa la sua pelliccia e va in chiesa. Appena entrato, Ivan Ivanovic, dopo aver fatto inchini da tutti i lati, abitualmente prende posto nel coro e accompagna molto bene con la sua voce di basso. Quando poi il servizio divino finisce, Ivan Ivanovic non può proprio fare a meno di accostarsi a tutti i poveri. Per conto suo, forse, non avrebbe voglia di dedicarsi a una occupazione cosí noiosa, se non lo spingesse a ciò la sua bontà naturale.

— Salute, poverina! — dice abitualmente accostandosi alla piú storpiata vecchietta, dal vestito cencioso, fatto di toppe. — Di dove vieni, meschina?

— Io, signorino, sono venuta dalla fattoria; sono tre giorni che non mangio e non bevo; mi hanno scacciata i miei propri figli.

— Povera testolina! Che sei venuta a fare qui?

— Ma, cosí, signorino, per domandare la ca-


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