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Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/319

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UNA VECCHIA AMICIZIA TRONCATA

I loro caratteri non potrebbero conoscersi meglio che mettendoli a confronto tra loro. Ivan Ivanovic ha il dono di una parola straordinariamente amabile. Dio mio, come parla! Dà una sensazione paragonabile solo a quella che provereste se vi grattassero la testa, o pian pianino vi passassero un dito sopra un calcagno. Si ascolta, si ascolta, e si china la testa. È un gusto, un gusto straordinario, come un pisolino dopo il bagno. Ivan Nikiforovic, al contrario, per lo piú sta zitto; ma se caso mai azzecca una parolina, sta’ in guardia: taglia meglio di un rasoio. Ivan Ivanovic è magro e alto; Ivan Nikiforovic è un po’ piú basso, ma in compenso si espande in grossezza. Ivan Ivanovic ha la testa in forma di un ravanello con la coda in giú; Ivan Nikiforovic ha la testa in forma di un ravanello con la coda in su. Ivan Ivanovic, soltanto dopo pranzo si sdraia in maniche di camicia sotto la tettoia; ma la sera indossa la pelliccia e va in qualche posto: o al magazzino comunale, a cui fornisce la farina, o in campagna, per dare la caccia alle quaglie. Ivan Nikiforovic è sdraiato tutto il giorno in capo alla scala — se la giornata non è troppo calda, tiene ordinariamente la schiena rivolta al sole — e non vuole andare in nessun posto. Se gli salta l’estro


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