Vai al contenuto

Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/64

Da Wikisource.

GOGOL


Ostap e Andrea si lasciarono andare con tutto l’ardore della gioventú in quel mare di sfrenata libertà, e in un attimo dimenticarono e la casa paterna e il collegio e tutto ciò che prima agitava l’anima loro, e si abbandonarono alla nuova vita. Ogni cosa attirava la loro attenzione; le libere usanze della Sjec e il suo diritto non molto complicato e le sue leggi, che parevano loro talvolta anche troppo severe in mezzo a siffatte repubbliche fondate sull’assoluta libertà. Se un cosacco si rendeva colpevole di furto, se rubava una bagattella qualsiasi, questo fatto si considerava già come un’offesa a tutta la società cosacca; egli, come uomo disonorato, veniva legato alla colonna infame, e gli si metteva accanto un randello, con cui ogni passante aveva l’obbligo di dargli un colpo, finché in tal modo lo finivano a colpi di bastone. Chi non pagava un debito veniva legato con una catena a un cannone, e lí doveva restare fino a quando qualcuno dei camerati non si risolveva a riscattarlo pagando il debito per lui. Ma piú di tutto fece impressione ad Andrea la terribile pena fissata per punire l’omicidio. Lí, sotto i suoi occhi, fu scavata una fossa, in cui fu sepolto vivo il corpo dell’uccisore e sopra di esso fu deposta la bara contenente il cadavere dell’ucciso, e poi li coprirono di terra tutti e due. Per


62