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190 parte seconda


In don Alonso avevo espressivamente dipinto il carattere dei savi ed onorati uffiziali da me conosciuti, e nel don Garcias, luogotenente della medesima nazione, feci la copia di quelli che si fan lecita qualche giovanile scapataggine. Il nerbo principale della commedia consiste negli amori di don Alonso e Rosaura, nella prudenza dell’uno, nel timore dell’altra. Mentre si trovavano un giorno da solo a sola, il tamburo annunzia la partenza. Nell’atto stesso don Alonso lascia la sua bella, nè servono a fermarlo i pianti, le carezze, i prieghi, da lei allontanandosi bruscamente. Torna dopo avere adempito al suo dovere, ed il generale che fa molto caso di un giovane militare fornito d’onoratezza e di coraggio, non gli niega il permesso di ammogliarsi. Questa commedia ebbe tutto rincontro che poteva mai desiderarsi, e fu dal pubblico annoverata nella classe delle mie più felici composizioni. Eccovene però un’altra che si sublimò anche di più, e nella quale Rosaura e Corallina sostennero di concerto due parti quasi eguali, senza poter decidere quale delle due riscuotesse maggior applauso. Questa fu Le Donne curiose, commedia, che sotto un titolo molto nascosto e mascherato, altro in sostanza non figurava se non se una loggia di Liberi Muratori.

Essendo Pantalone, negoziante veneziano, alla testa di una brigata di persone del suo stesso ceto, prende a pigione una casetta, nella quale spesso adunasi questa compagnia per desinarvi, cenarvi e tener discorso sopra affari o novità del giorno. Ne sono escluse le donne; ed ecco quanto basta per renderle curiose, sospettose, impazienti. Le une pensano che vi si giuochi di grosso, altre che vi si facciano prove per la ricerca della pietra filosofale, e l’ultime sostengono finalmente che si ricusa di condurvi le proprie donne, perchè essi ve ne hanno altre forestiere. Riesce loro pertanto di guadagnare il servitore Pantalone, che volentieri si presta al desiderio della padroncina, e promette di introdurla con le sue amiche nel casino del padrone. Prende costui l’impegno di commettere un’imprudenza, nella speranza che da ciò sia forse per ridondar più bene che male, nè s’inganna. Infatti fa entrare nell’appartamento del gran segreto le donne curiose, e le nasconde in uno stanzino, da cui potevano vedere e sentir tutto comodamente. Vedono adunque, e sentono tutto, e nulla scorgono di male, onde alla metà della cena escon fuori e vanno di corsa ad abbracciare i loro padri, i loro fratelli, i loro mariti. Il servitore n’è sgridato, ma infin dei conti non dispiace ai padroni che sian disingannate su tal punto le loro donne, trovandosi così nel caso di godere più in pace gl’innocenti loro piaceri. Questa commedia fu estremamente applaudita. I forestieri ne riconobbero tosto il mistero, ed i Veneziani dicevano, che se il Goldoni avesse veramente indovinato il secreto dei Liberi Muratori, l’Italia avrebbe fatto male a proibirne l’adunanze. Con Le Donne curiose restò chiuso l’anno comico, e questa fu la composizione che compiè l’impegno contratto col Medebac. Siccome avevo tre altre commedie composte per sopra più affinchè non ne mancasse, regalai anco queste con tutto il buon animo al direttore Medebac nel momento istesso della nostra separazione. La prima era La Castalda, commedia di tre atti. La Castalda ora è la casiera di un’abitazione di campagna, ora la giardiniera, ora la moglie del giusdicente, e alcune altre volte la donna di basso servizio. Corallina riunisce in sè tutti gli ufficii che riguardano gl’interessi di Pantalone, e termina col diventar padrona di casa sposando il medesimo. La seconda ha per titolo Il Contrat-