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capitolo xix 197


al medesimo, che le rilasci Ircana. — Tocca a me, a me sola, essa dice, che sono l’offesa, a punirla: il mio genitore, lo sposo non sdegnino di concedermi in grazia quest’ultima soddisfazione. — Tutto le viene concesso. Ecco pertanto Ircana schiava di Fatima, da cui appunto è subito rimessa in libertà. La Circassa comparisce in tal momento umiliata; non proferisce parola, alza gli occhi al cielo, sospira, e parte. Thamas, penetrato vivamente dalla virtuosa bontà di Fatima, dà un amplesso alla consorte, e così termina la commedia. Questa ebbe il massimo incontro: infatti andò in scena tante volte, che gli spettatori ebbero per fino il tempo di trascriverla, dimodochè di lì a poco tempo comparve alla luce senza data. Dei contenti, che mi procurò questa commedia, son debitore affatto alla signora Bresciani, che recitava da Ircana, e per cui appunto l’avevo immaginata e composta. Il Gandini non voleva che fosse usurpato nulla sui diritti dell’impiego di sua moglie, e veramente avrebbe avuto ragione, quando essa non si fosse avvicinata a gran passi alla sua cinquantina d’anni; onde, per evitare tutte le liti, feci per la seconda amorosa una parte che ebbe però la preferenza a quella della prima attrice. Posso dire con tutto il fondamento che la mia fatica fosse ben ricompensata, non essendo possibile di rappresentare una passione viva e tanto importante con maggior forza, energia e verità di quello che fece la signora Bresciani nel sostenere una parte di tal fatta. E invero tale fu l’impressione che fece in una commedia sì fortunata quest’attrice, la quale al brio ed alla intelligenza aggiungeva le grazie di una voce armoniosa e di una piacevolissima pronunzia, che non si chiamò in séguito con altro nome, se non se con quello d’Ircana.

CAPITOLO XIX.

Ostinazione del marito della prima attrice. — Sua collera e sua risoluzione. — Ircana a Julfa, sèguito della Sposa Persiana. — Suo estratto. — Suo buon successo.

Il diletto che il pubblico prendeva alla parte d’Ircana, poteva far nascere il dubbio che io avessi sbagliato il titolo della commedia, o portato pregiudizio all’azione principale; nulladimeno si può vedere dall’estratto che ne ho dato, che Fatima n’è il protagonista, ed Ircana l’antagonista; non vi era bensì illusione alcuna, poichè vedevasi a una sposa di cinquant’anni esser naturalmente preferita una schiava di venticinque.

Il pubblico dunque, affezionato sempre alla bella Circassa, era dolente di vederla partire sospirando; onde avrebbe voluto sapere ov’era andata e ciò che fosse di lei; per tal ragione pertanto mi si chiedeva il séguito della Sposa Persiana, benchè questa sposa non fosse realmente l’oggetto della curiosità del pubblico. Avrei soddisfatto il suo desiderio volentierissimo, ma non poteva. Il Gandini sommamente irritato contro il pubblico e contro me, andava dicendo che l’avevo ingannato, che gli avevo fatto un tiro da meritar la forca, e che avevo avuto l’arte diabolica di sacrificare in questa commedia sua moglie senza che se ne fosse potuto accorgere. La mia intenzione però non era di fargli un torto, ma di forzarlo bensì ad accettare il vantaggioso partito da me propostogli, e questo era un rendergli servizio, malgrado la sua brutalità.

Sempre più ostinato quest’uomo irragionevole, andò ad avvertire