Pagina:Goldoni - Memorie, Sonzogno, 1888.djvu/201

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capitolo xx 199


le resta a dire se non se quale specie di sacrifizio ella esiga: Dimmi che tu sei libero, a lui risponde Ircana, nulla poi mi curo di sapere come tu tale sia divenuto, e così lo lascia. Al terzo e quart’atto questa donna corre spaventosi pericoli. Scoperto da Zaguro il di lei sesso, la moglie di Demetrio si crede ingannata, ed è assolutamente risoluta di far le sue vendette con la schiava. A tal fine la fa scendere in un sotterraneo per farla in esso perire; ma è fortunatamente salvata dalle armene, le quali ancora non la conoscono. Nel quintetto Alì, amico intimo di Thamas, dà luogo alla felice peripezia de’ due amanti desolati. Cerca Ircana a Julfa, e incontra Thamas per la strada di Ispahan: ecco le nuove delle quali è nuncio.

Fatima, avendo perduto la speranza di guadagnare il cuore del suo sposo, altro non chiedeva che la morte, per evitar così la vergogna di vedersi rimandare alla patria. Machmut si trova in afflizione quanto ella, e temeva sempre la vendetta di Osmano che era partito alla testa di un esercito per far guerra ai Turchi. Alì fa una proposizione che vien subito accettata, e che riconduce negli agitati spiriti l’antica pace. Si offre di sposar Fatima egli stesso. Questa donna disgraziata, divenuta libera dal suo primo matrimonio, crede poter benissimo disporre della sua volontà senza attendere il consenso paterno; onde accorda di essere sposa d’Alì, e Machmut stesso fa cassare il matrimonio del figlio secondo le leggi del paese. Tornato Thamas dagli Armeni offre la sua mano ad Ircana senza rimproverarsi un nuovo delitto. Eccola pertanto al colmo della sua gioia, ecco entrambi contenti. Per mezzo di replicati battimani, il pubblico mi ringraziò di avere tirato a fine la catastrofe d’Ircana in una maniera così per lui soddisfacente. Questo medesimo pubblico però andava in questa guisa dicendo il giorno dopo: ma questa sposa di Thamas sarà ella poi felice? Machmut perdonerà egli a suo figlio tutti i disgusti per cagion sua provati? Vorrà egli ricever bene una donna stata sempre l’origine del disturbo e della desolazione di casa? E Osmano sarà egli contento di veder passare la sua figlia dal letto di Thamas a quello d’Alì? Dicevasi insomma, che il romanzo era stato molto bene condotto innanzi, ma che però non era finito. Io pure conoscevo bene tal verità, e tanto è vero che l’avevo prevista, che tenevo già bella e in ordine nella mia immaginazione una terza commedia che diedi poi l’anno successivo sotto il titolo Ircana a Ispahan. Ebbe essa tale incontro, che sorpassò le altre due, procacciando sempre il medesimo diletto, e nulla lasciando a desiderare ai partigiani della Circassa.

CAPITOLO XX.

Ircana a Ispahan, commedia di cinque atti in versi, compimento della Sposa Persiana. — Analisi di questa commedia. — Suo felice successo.

Non andò in scena questa terza commedia persiana se non un anno dopo la seconda, e tre dopo la prima: ho creduto bensì di doverle collocare in questo luogo, una dietro l’altra, per presentare così tutto in una volta al mio lettore la connessione di tre differenti azioni riguardanti un soggetto medesimo. Il pubblico aveva ben ragione di domandare dopo esser seguito il matrimonio d’Ircana: Sarà essa felice? Sin dal principio di questa commedia si vede chiaro che felice non è; infatti Machmut, attorniato da’ suoi