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316 parte terza


sime senza uscire di città. Il giardino del Luxembourg è vastissimo, e molto frequentato: anzi questo è il luogo di concorso della gente sensata, dei religiosi, dei filosofi e delle famiglie dabbene. All’Arsenale si gode la vista della campagna e del fiume: e l’istessa veduta ed aria si trova pure tanto al giardino dell’Infanta, quanto a quello detto Cour la Reine, e gli altri due giardini del Tempio e del palazzo Soubise sono utilissimi per le loro situazioni. I luoghi per altro più importanti, in cui altri si può istruire e divertire nello stesso tempo, sono il Giardino delle Piante, ed il Gabinetto del re. Contiene il primo tutti i semplici più rari ed utili, e l’altro offre una collezione immensa d’animali d’ogni specie, e di minerali di diverse regioni. Il signor conte di Buffon, soprintendente al Giardino e Gabinetto, si è reso celebre per la sua Storia naturale. Istruito in tutti i sistemi compresi nei tre regni della natura, li ha tutti esaminati profondamente, sommamente dilucidati, e ne ha ancora assegnati dei nuovi, con un dottissimo e soddisfacente metodo, e con la nobiltà e chiarezza del suo stile ha reso tale studio non meno piacevole che importante.

Il signor conte de la Billarderie di Angeviller poi, nominato a questo ufficio, in sopravvivenza, dà ora prove del suo merito e delle sue cognizioni nella carica che occupa di direttore e soprintendente generale delle fabbriche del re, e delle accademie reali. Ebbi l’onore di far la sua conoscenza a Versailles, e mi ha sempre onorato della sua cortese bontà. Sono perciò lieto d’aver trovato l’opportunità di professargli la dovuta mia riconoscenza.

Mi resta ancora qualche cosa da dire intorno alle passeggiate di questa capitale e de’ suoi dintorni. I Campi Elisi, per esempio, meritano di essere menzionati. È questo un luogo immenso, ombreggiato da alberi, distribuiti in simmetria, ove la folla che lo frequenta è tale, che sembra avere spopolata la città. Nonostante si trova grandissimo popolo per tutto. Se ne trova in grande affluenza nel bosco di Boulogne, al parco di Saint-Cloud, e Belleville, al prato di San Gervasio, e ovunque si scorge il gusto ed il brio nazionale. Parigi è bello, i suoi dintorni deliziosi, amabili gli abitanti; malgrado tutto ciò vi sono taluni, che non vi sanno trovare alcun piacere. Si dice, che per godere occorra molto danaro: questo è falso assolutamente, perchè nessuno ha meno danaro di me: eppure godo, mi diverto e sono contento. Vi sono divertimenti per tutti i ceti: limitate i vostri desiderii, misurate i vostri mezzi, e se non starete bene qui, starete male in qualunque luogo.

CAPITOLO XX.

L’Avare fastueux, commedia di cinque atti. — Suo estratto.

Dopo il fortunato successo del mio Bourru bienfaisant non avevo composto verun’altra cosa, poichè scherzando dicevo di voler riposare tranquillamente all’ombra de’ miei allori; ma in sostanza era il timore di non riuscire la seconda volta in egual modo bene della prima, che mi tratteneva d’arrendermi ai desiderii degli amici e di soddisfare me medesimo. Contuttociò cedetti finalmente alle altrui sollecitazioni, e agl’impulsi del mio amor proprio.

Posi gli occhi sopra l’Avare fastueux. Un carattere simile è tanto in natura, che non mi dava fastidio, se non per la quantità troppo grande di originali; onde credetti bene di ricavare il mio protago-