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prefazioni che si trovano in testa ai singoli volumi del Pasquali, oggi per la prima volta ristampate integralmente, in cui si compiace il buon dottore veneziano di raccontarci nel più ingenuo stile la storia della sua vita fino al 1743, rievocando principalmente quegli episodi ond’egli fu indotto da prepotente amore a scrivere per il teatro? Nè alle commedie si poteva immaginare illustrazione più bella delle incisioni che allietarono un dì l’edizione del Pasquali, omai rara, e quella dello Zatta: dove si svolgono le scene più caratteristiche del teatro di Carlo Goldoni, col ricordo recente degli interpreti più famosi del tempo. Ancora indugia sul fondo sincero il Settecento, con le sue dolci sorprese: risorge a un cenno del Poeta, la folla fantastica e reale dei personaggi; e le ridenti creazioni, che l’anima di Venezia riempie, s’inseguono e ci illudono senza fine.
La fatica nostra, quale si sia, rimane per gran parte dissimulata. Non abbiamo la pretesa di aver fatto sempre bene, nè la speranza di poter soddisfare per l’avvenire ogni desiderio: solo cercheremo, col maggior impegno, di far meglio. Per ora ci conforta il lavoro compiuto, se anche umile. Come l’industre artefice, se gli avvenga di aver trovato un’opera di antico pregio, tutta la percorre con cura, ne scompone e rimette i frammenti, la ripulisce e l’ammira, poi riposa lieto della gloria non sua: e l’opera intanto risplende dalla parete.
Il Comitato ordinatore dell’edizione: |