Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/198

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poco esercizio, avrebbe voluto passare nelle Truppe, che diconsi regolate, e seguire il Principe all’Armata, non so se per onore o per migliorare gli appuntamenti. Il fatto si è, che non avendo potuto ottenere quel che desiderava, domandò il suo congedo; lo ottenne, e verme a ritrovarmi in Venezia, Mi spiacque una tale risoluzione sconsigliata e pregiudicata, poichè col tempo avrebbe sicuramente avanzato; ma ciò non ostante l’accolsi collo stesso amore, e lo feci padrone della mia casa e della mia tavola. Da lì a qualche giorno mi si presenta tutto giojoso, mi abbraccia, mi accarezza e mi dice: Fratello, ho fatto una bella scoperta, e spero di aver trovato la mia fortuna. Narrami che contratto avea conoscenza con un degnissimo Ufìizial forestiere, il quale, incaricato da una Potenza d’Europa di formare un Reggimento novello, doveva egli esserne il Colonnello; e come aveva la facoltà di nominare e creare gli Uffìziali, gli avea promesso un posto di Capitano. Mi posi a ridere e gli dissi: Fratello, non gli credete. Come! (risposemi). Perchè non dovrò credere a un Uffizial d’onore? Ho veduto le lettere, gli ordini e le patenti.... Non è stato possibile il persuaderlo, che così presto un forestiere non poteva aver concepito tanta amicizia per lui; e due giorni dopo me lo conduce a casa, mi prega d’invitarlo a pranzo, e mi obbliga di ascoltarlo. Non l’avessi ascoltato! Non l’avessi mai conosciuto! Fece a me pure la medesima confidenza; mi mostrò varie lettere scritte in Italiano, e provenienti da quella Corte, dalla quale dicevasi incaricato di quest’affare. Mi mostrò una patente amplissima, che lo dichiarava Colonnello di quel Reggimento che dovea egli formare, colla facoltà di crear gli Uffiziali; e mostrommi in seguito le credenziali per reclutare quei tali soldati, che diceva di dovere scegliere. Mio Fratello mi guardava sott’occhio e si rideva di me, credendomi da tali prove convinto. Io non lo era ancora perfettamente; però trattai civilmente il Signor Ufficiale per non disgustar mio Fratello, con animo di meglio assicurarmi della verità. Lo feci padrone della mia tavola; ed egli concepì tanto amore per me, che non ha mancato un giorno di favorirmi. Tutte le settimane aveva egli lettere da mostrare, provenienti da quel tal


Principe,