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LA DONNA DI GARBO 475


Florindo. Ma s’io son pronto a sposarvi.

Rosaura. E mi credete sì poco saggia, o tanto innamorata, che vi volessi porger la mano? l’ingannate: piuttosto sposerei la morte.

Florindo. (Manco male). (da sè)

Rosaura. Ho finto tutto ciò per iscoprire il vostro mal animo. Andate pure, sposate la vostra Isabella, ch’io già ho1 ritrovato marito.

Florindo. Siete maritata? (Oh, il Cielo lo volesse!). (da sè)

Rosaura. Dimani seguiran le mie nozze.

Florindo. E siete venuta a maritarvi in casa mia?

Rosaura. Sì, per vostro tormento.

Florindo. Crudele! Su gli occhi miei? (affettando amore)

Rosaura. (Ancor2 mi deride!) (da sè) Sì, su gli occhi vostri, ed ho scelto uno sposo che faravvi tremare.

Florindo. È qualche soldato?

Rosaura. Altro che soldato: stupirete, quando ve lo dirò.

Florindo. E chi è mai questo sì gran soggetto

Rosaura. Il Dottore vostro padre.

Florindo. Come! Mio padre? (con sorpresa)

Rosaura. Sì; non dissi che stupirete?

Florindo. Ed avete tanto coraggio? Sapete gli amori passati tra voi e me, ed ardirete sposarvi a mio padre?

Rosaura. Voi mi avete insegnato ad essere scellerata. (Fingasi per tormentarlo). (da sè)

Florindo. Ah, non lo soffrirò mai.

Rosaura. Ebbene: se vi dà l'animo, scoprite voi l’arcano. Rimediate voi al disordine; io per me sono risoluta di non parlare. Se il vostro genitore mi sollecita ch’io gli porga3 la mano; se voi tacete, io pur taccio; pensateci voi, che per me ci ho pensato.

Florindo. (Che strana specie di vendetta è mai questa? Sì, sì, la farò scacciar da mio padre, senza pubblicar la mia colpa). (da sè)

  1. Bettin.: mi ho.
  2. Bettin. e Paper.: Ah galeotto maledetto! ancor ecc.
  3. Bettin.: Se il Vostro genitore mi sollecita, io gli porgo ecc.