Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1908, II.djvu/289

Da Wikisource.

NOTA STORICA

Per compensare Cesare D’Arbes (cfr. Nota al Frappatore) e il pubblico dell’insuccesso di Sior Tonin Bella Grazia scrisse il G., affermano le Mem. (P. I, cap. 1), questa commedia (rappr. a Mantova nella primavera del ’48 e a Venezia, come pare, nell’autunno), ch’ebbe sorti lietissime. Se non che è da dar più fede ad altre notizie scritte dall’a. stesso assai prima e dirla scritta dopo i Gemelli. Tanto nell’Autore a chi legge dell’edizione Bettinelli (1753, vol. 1° p. 12) che nel Complimento, recitato l’ultima sera del carn. del 1750 (cfr. Malamani, L’episodio goldoniano delle sedici commedie nuove in L’Ateneo Veneto a C. G. 1907, pag. 32) il G. mette questa dopo i Gemelli. Poichè furono fortunate tutte e due (L’omo prudente. Fato quindese sere a tanta zente. Complim. cit.) il bravo D’Arbes ebbe doppia rivincita dello scacco patito col Frappatore. Ma in verità l’Uomo di Mondo gli è superiore solo perchè più consistente l’argomento e la figura del protagonista meglio adatta, che non quella di Tonino, a mostrare l’abilità del D’Arbes. Commedia di carattere no, per quanto voglia il titolo. L’arte del poeta non si levava ancora tanto alto. Ma studio limitato alle doti peculiari d’un determinato attore.

Di quest’uomo prudente che minaccia morte alla moglie ribelle (e forse adultera senz’altro, se l’a. avesse osato o potuto osare), tortura e morte al cicisbeo, il Rabany (C. G. ecc., Paris, 1896, p. 106) dice con ragione «C’est un personnage du XVI siècle egaré dans une époque de mollesse et de compromis» ma più tardi, non senza contraddirsi, ancora a proposito dello stesso personaggio, aggiunge «cette pièce est précieuse pour la connaisance des moeurs italiennes» e sbaglia. Quel cumulo d’abiezione ch’è in tutte le figure della commedia, tolto Pantalone, non rispondeva a realtà. Son marionette mosse da una mano ancora pesante, che ne trae vita, movimento e rilievo. Ma neppur Pantalone è qui moralmente impeccabile. Lo sa e se ne scusa lo stesso autore. Al Landau, giudice acerrimo e spesso ingiusto della moralità del teatro goldoniano (Beilage zur Allgemeinen Zeitung, Monaco, 1896 n. 52, 53: ribadisce le accuse in Sonntagsbeilage zur Vossischen Zeitung, 24 II 1907), non isfugge quest’uomo prudente che simula e carpisce firme. Ma già un contemporaneo del Goldoni, stigmatizzate le commedie francesi, esempi, a parer suo, di mal costume, aggiungeva: «Contuttociò sono queste più tollerabili di altre più recenti, e nei dì nostri pubblicate, tra le quali è considerabile quella, che ha per titolo l’uomo prudente, dove si spaccia e si qualifica per prudenza una vituperosissima dissimulazione d’un Padre di Famiglia, il quale, e potendo e dovendo dapprima frenare le licenze d’una moglie arrogante e le dissolutezze d’un Figliuolo scostumato, per lo vanissimo riguardo di non far noti altrui i disordini della sua Casa, non solo gli dissimula, ma simula ancora approvarli, o porta tant’oltre questa sua dissimulazione, tuttochè avvertito a por rimedio al mal nascente, che porge infine anza alla moglie di propinargli il veleno, ed al Figlio di consentire nel parricidio, e per questa via colui, che dissimulava i disordini della Famiglia per non far dire di sè, e tenere in riputazione la Casa, bisogna che soffra di veder fatti noti ai Magistrati i più esecrandi delitti di una moglie, e di un figlio. Di questa sola commedia fra le molte che ha pubblicate il medesimo autore, io ho voluto